L’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’infezione da COVID-19 una pandemia. L’infezione, è stata scoperta per la prima volta a dicembre 2019, a Wuhan, nella provincia di Hubei, per poi diffondersi rapidamente in tutto il mondo. L’Italia è stata precocemente e seriamente coinvolta, con una diffusione importante dell’infezione e un numero molto elevato di vittime.
Il corteo sintomatologico può presentare significative variabilità in relazione all’età del paziente e alle comorbidità sottostanti. Quasi il 30% dei pazienti adulti affetti da SARS-CoV-2 sviluppa una ARDS (severe acute respiratory distress syndrome) con un elevato tasso di mortalità (Wang D et al, JAMA 2020). A differenza della popolazione adulta, i bambini presentano un decorso clinico lieve o addirittura asintomatico (Lu X et al, N Eng J 2020). In uno studio cinese retrospettivo (Tang A et al, medRxiv 2020), che ha visto coinvolti 26 bambini con infezione da COVID-19, non è stata riportata nessuna complicanza severa (es. ARDS o miocardite). Tuttavia anche in età pediatrica l’infezione da SARS-CoV-2 può complicarsi determinando il ricorso alla terapia intensiva e alla ventilazione con alti flussi. In una coorte spagnola il 60% dei bambini con un’infezione confermata da COVID-19 richiedeva l’ospedalizzazione (Tagarro A et al, JAMA Pediatr 2020).
Sebbene i bambini affetti da patologie autoimmuni o autoinfiammatorie presentino un’aumentata suscettibilità alle infezioni, correlata alla disregolazione del sistema immunitario propria della malattia di base o al suo trattamento immunosoppressivo, le crescenti conoscenze sulla patogenesi dell’infezione da SARS-CoV2 sembrano paradossalmente suggerire un beneficio nell’utilizzo di alcuni farmaci anti-reumatici nella gestione di casi gravi (Favalli EG et al, Autoimmun Rev 2020). Le prime esperienze in coorti di pazienti adulti con artrite cronica trattata con cDMARDs o con farmaci biotecnologici (biological DMARDs, bDMARDs) non sembrano suggerire un aumento del tasso di infezione da COVID-19 e delle complicanze respiratorie o potenzialmente letali ad esso correlate rispetto alla popolazione generale (Monti S et al, Ann Rheum Dis 2020).
In questa lettera all’editore gli autori riportano dati preliminari circa l’impatto dell’infezione da COVID-19 su pazienti pediatrici affetti da patologie reumatologiche trattati con farmaci biotecnologici con o senza l’associazione di cDMARDs.
Tra il 25 febbraio e il 14 aprile 2020, sono stati raccolti dati su bambini affetti da patologie infiammatorie di interesse reumatologico trattati con bDMARDs seguiti presso due centri di riferimento terziario di Milano, l’ASST Gaetano Pini e la Fondazione IRCCS Ca ‘Granda Policlinico. Le informazioni cliniche (stato di salute generale, esposizione diretta a soggetti con infezione confermata da COVID-19, eventuali modifiche terapeutiche, eventuali flare di malattia) sono state ottenute tramite un questionario somministrato durante la visita ambulatoriale del paziente o telefonicamente per i casi che sono stati costretti a rimandare l’appuntamento programmato per l’emergenza pandemia. La coorte finale dello studio includeva 123 pazienti in età pediatrica (83 femmine, età media 13 anni) affetti da malattie Artrite Idiopatica Giovanile (89), uveite (5), malattie autoinfiammatorie (5) e da altre malattie reumatiche croniche (24). In nessun paziente è stata documentata un’infezione da COVID-19. Durante il periodo dello studio 8 bambini presentavano sintomi respiratori di lieve entità, 3 dei quali erano familiari di adulti con sospetta infezione da COVID-19. È da precisare che nell’area geografica degli autori il tampone diagnostico non è stato eseguito di routine ed è stato considerato come “probabile” un caso con segni e sintomi compatibili (febbre, tosse e dispnea) nel contesto dell’area epidemica. Nessun paziente ha interrotto la terapia in corso o ha avuto bisogno di un ricovero ospedaliero. I pazienti coinvolti nello studio hanno dichiarato di essersi attenuti alle disposizioni ricevute dalle autorità sanitarie, vale a dire distanziamento sociale e l’uso di dispositivi di protezione individuale.
I risultati degli autori non consentono alcuna conclusione circa il tasso di incidenza dell’infezione da SARS-CoV-2 e il relativo decorso in bambini affetti da patologie reumatologiche in trattamento biotecnologico. Tuttavia in linea con i dati sulla popolazione adulta, l’esperienza preliminare degli autori supporta l’idea che i bambini trattati con bDMARD non sembrano presentare un aumentato rischio di complicanze respiratorie o letali SARS-CoV-2-correlate rispetto alla popolazione generale.
Il controllo della malattia è di estrema importanza anche durante l’epidemia, poiché come è noto uno dei principali predittori di infezioni nelle malattie infiammatorie croniche di pertinenza reumatologica, è l’attività di malattia piuttosto che la terapia stessa.